Chiunque si sia mai avvicinato al mondo del tatuaggio avrà sicuramente pensato: come funzionerà la macchinetta a bobine? In effetti quel piccolo e rumoroso ammasso di metallo, già non semplice da utilizzzare, è ancor più difficile da comprendere nel suo funzionamento e nella sua composizione. Adesso cercherò, in modo molto semplice e “nazional-popolare” di spiegarvi il suo funzionamento.
La macchinetta a bobine: composizone
Una macchinetta a bobine e costituita sostanzialmente da: un telaio metallico (frame), due “molle” (linguette metalliche), una barra sagomata (armature bar), due bobine con annesso condensatore e una manciata di viti, morsetti e rondelle di plastica. Fin qui sembra tutto semplice, ma vediamo meglio nel dettaglio
Il funzionamento della macchinetta a bobine
Evoluzione della macchinetta a bobine
La macchinetta a bobine è un progetto della metà dell’800 (la cui storia è stata già trattata nell’articolohttps://www.gctattoo.it/2018/05/12/macchinetta-per-tatuaggi-le-origini/ ) ma ancora oggi moltissimi artigiani e industrie in tutto il mondo, studiano, progettano e assemblano questi piccoli capolavori.
Nel tempo si è cercato di perfezionare la componentistica, i materiali e l’estetica di queste macchine senza però mai distaccarsi da quel semplice, e pur complesso, concetto di funzionamento.
Dai un’occhiata a queste bellissime macchinette a bobina Sunskin (
Si può dire che la macchinetta a bobine sia un pò il “custom” del mondo del tattoo: un insieme di ferraglia, rumoroso, instabile, bisognoso di continue cure, ma allo stesso tempo infinitamente affascinante e ricco di piccole soddisfazioni. E’ per questo che, nonostante il dilagare di macchinette rotative classiche e di ultima generazione, moltissimi professionisti in tutto il mondo restano e resteranno sempre legati alle loro care macchinette a bobine.